UDINE. Le norme del Jobs Act sono buone ma sono troppi i dubbi interpretativi che le rendono difficilmente applicabili dalle imprese nel concreto, per avere in tempi brevi effetti positivi sull’occupazione e sulla ripresa economica.
Non hanno dubbi i Consulenti che si sono confrontati stamattina sul Jobs Act, durante il convegno organizzato dall’ANCL S.U. - Sindacato dei Consulenti del Lavoro di Udine e dal Consiglio provinciale dell’Ordine di Udine, all’hotel Là di Moret: la riforma del governo Renzi è stata messa sotto la lente, da parte di chi quotidianamente assiste le aziende regionali nella gestione del personale.
La relazione centrale del convegno è stata affidata a Luca Caratti, esperto della Fondazione studi dei Consulenti del Lavoro che ha parlato di incentivi all’occupazione, nuovi ammortizzatori sociali, nuove procedure e conseguenze dei licenziamenti. “Il contratto a tutele crescenti, l'esonero contributivo e la detassazione Irap dal 2015 sono sicuramente interventi positivi ma, affinché possano esplicare i loro effetti, occorre renderli operativi al più presto, immaginando già ulteriori interventi di sostegno alle imprese e ai professionisti – ha commentato Caratti.
Le nuove regole infatti lasciano aperti troppi dubbi sull’applicazione con il risultato di non incentivare le assunzioni ma, al contrario, generare incertezze su tempi e fattibilità. Un esempio: non si sa ancora come e quando sarà gestito il rimborso per lo sgravio triennale previsto per i nuovi contratti a tempo indeterminato instaurati nel 2015, mentre è stata abrogata la legge 407/90 che, da oltre 20 anni agevolava l’assunzione dei disoccupati.
I tempi stringono, soprattutto in Friuli Venezia Giulia dove le ore di cassa integrazione hanno fatto registrare un boom di 5,3 milioni di ore nel mese di novembre, in controtendenza con il dato nazionale un po’ meno drammatico: “Le nuove norme possono creare occupazione solo se ad esse si affiancano interventi strutturali per diminuire il costo del lavoro e favorire gli investimenti imprenditoriali – ha aggiunto Caratti.
L’analisi della norma e i chiarimenti dei dubbi interpretativi sono quindi una priorità assoluta: “ciò consentirà ai consulenti del lavoro di supportare le aziende, con nuove proposte che diano attuazione all’auspicato rilancio dell’occupazione, nella speranza che anche l’economia riparta – ha commentato il presidente provinciale ANCL Roberto Re - Quello di oggi, infatti, è solo il primo di una serie di convegni di approfondimento sui nuovi temi che interessano il mercato del lavoro e il futuro economico del territorio.”