di Giulia Daluiso
“Una piattaforma completa, capace di favorire sinergie multidisciplinari tra i numerosi creativi sparsi per il mondo. La risposta alle domande che i classici portali e social network non riescono a soddisfare.”
Con questa breve introduzione entriamo nel mondo di Design me, il portale dedicato ai creativi. Fotografi, designer, musicisti, scrittori, stilisti, tatuatori, registi, attori e creativi di ogni sorta e genere, sono chiamati a far parte di uno spazio “democratico”, che ha come solo obiettivo la condivisione di nuove idee e progetti e l’interazione fra gli utenti.
Scordatevi il vecchio e sorpassato portfolio, quel che caratterizza Design me è la possibilità di poter promuovere gratuitamente il proprio lavoro attraverso un’agenda progetti, una bacheca per i propri annunci e uno spazio e-commerce dove poter vendere i propri prodotti.
Oltre a questo, lo spazio social network permette di poter gestire la propria identità professionale, e diventa un mezzo per interagire con gli altri utenti, che siano studenti, professionisti o imprese.
Il progetto Design-me nasce da un’idea della designer Mina Epifani, abbiamo deciso di intervistarla per farci raccontare di più.
Come nasce Design Me? Devo chiamarvi magazine online o social network?
Design Me, in effetti, viene consultato come un magazine, ed ha anche tutta l’aria di esserlo! Tuttavia, è stato concepito come un vero e proprio social network, che dia la possibilità a più persone di poter interagire sia con la piattaforma, sia tra di loro.
Siamo curiosi, ci racconti un aneddoto degli inizi.
Più che un vero e proprio aneddoto, mi piace ricordare (quasi con nostalgia) le innumerevoli notti insonni passate on-line agli esordi del portale, a controllare che tutto funzionasse alla perfezione, che i nuovi utenti si fossero iscritti senza problemi e che avessero correttamente ricevuto il messaggio di benvenuto. Il ricordo più nitido è una lampada accesa sulla scrivania e un tazzone di caffè fumante! Come non ricordare poi, l’emozione e la soddisfazione al millesimo “mi piace”. Mille persone non sono tantissime, ma per noi era un primo, sudatissimo e insonne traguardo!
Vi definite Il “social network dei creativi”, in effetti la vostra peculiarità è l’interazione che ogni utente ha con la piattaforma e con gli altri utenti della rete. In cosa vi sentite diversi e perché avete scelto questo tipo di format?
L’idea di creare un portale del genere nasce molti anni fa, quando frequentavo l’Accademia di Belle Arti a Lecce. La mia prima tesi di laurea parlava della mercificazione dell’arte che, a mio modo di vedere, è tema ancora molto attuale, cambia solo il modo in cui avviene. Mi è sempre piaciuta l’idea di poter avere uno spazio in cui ogni persona, senza fini commerciali, potesse mettere in “piazza” le proprie creazioni, le proprie idee, i propri progetti e condividere gli eventi ai quali partecipa. Esattamente ciò avrei voluto per me in quegli anni, quando il faticoso percorso personale per mettersi in mostra non transitava sicuramente dalla rete.
Come funziona il vostro portale?
Ogni post su Design Me può essere diffuso su ogni canale, l’utente può pubblicare e indicizzare in modo autonomo, semplice e veloce ogni sua attività.
Non ci sono vincoli, credo che questa sia una prima differenza, abbiamo voluto un format come Wordpress, che rende facile e intuitivo l’utilizzo. Inoltre, è l’attenzione che diamo ai nostri utenti che lo rende particolare, cerchiamo, per quanto ci è possibile, di creare delle sinergie.
Come sta cambiando il mondo del design rispetto agli inizi? Possiamo parlare, come fanno in molti, di una nuova era del design?
Il design e la progettazione, nascono dal bisogno di creare qualcosa che ancora non c’è e che possa soddisfare determinate funzioni, strizzando l’occhio a quello che, comunemente, è definito esteticamente “bello”. Questo, negli anni, ha assunto diverse forme e significati: oggi vedo meno progettazione ma molto più “bello”. A mio parere, si sta affermando un nuovo atteggiamento, che preferisce l’aspetto estetico a scapito della funzionalità. Il design che abbiamo imparato a conoscere negli anni ‘60 non esiste più. Stiamo attraversando un periodo a cavallo di una nuova era del design: oggi sono tutti più interessati all’esteriorità rispetto alla funzione pratica. Credo sia semplicemente per il fatto che disponiamo già di ogni cosa, ma le cose belle non ci bastano mai… E questo, a dirla tutta, non è necessariamente un male.
Cosa avete in mente per il futuro del vostro social-magazine? Quali sono i vostri obiettivi principali?
L’obiettivo, naturalmente, è quello di ampliare il raggio d’azione del portale e il numero degli iscritti, con l’ambizioso progetto di diventare, sempre di più, uno dei punti di riferimento italiani nel mare della “creatività”. Per far questo, riteniamo che sia di fondamentale importanza dare sempre più spazio alle persone, alle nuove realtà imprenditoriali e alle giovani startup che si affacciano sul panorama italiano. Questo non soltanto favorendo le sinergie e le interazioni fra gli iscritti, ma anche dando risalto in home page alle esperienze più significative selezionate e seguite dalla nostra redazione.
Noi ringraziamo Mina Epifani e vi ricordiamo che, se volete liberare qualche progetto nel cassetto, o semplicemente volete entrare in contatto con persone e aziende del vostro settore, basta un clic qui: www.design-me.it