Il primo febbraio, ahimè, termina la mostra che racconta un artista a tutto tondo, fotografo, pittore, e regista statunitense nella splendida Villa Manin di Passariano (Codroipo, Udine) a cura di Guido Comis e Antonio Giusa, con la collaborazione della Fondazione Marconi.
Man Ray, pseudonimo artistico di Emmanuel Radnitsky (Filadelfia 1890 – Parigi 1976), è uno dei maggiori esponenti del movimento dadaista e surrealista del ‘900, e autore di opere divenute vere e proprie icone del Novecento come Le violon d’Ingres e Cadeau.
300 opere ripercorrono cronologicamente la sua vita artistica: dagli esordi dadaisti di New York, al trasferimento a Parigi seguito dal legame con la comunità dada e surrealista (intenso e fondamentale fu il legame con Duchamp), fino al 1940, ritorno negli USA, anni nei quali si dedicò prevalentemente alla pittura, per finire con il ritorno nella capitale francese, durante l’ultimo decennio di vita.
Nella coinvolgente mostra risaltano quelli che sono, senza dubbio, i temi caratteristici della sua visione, della sua ricerca: il nudo femminile, la passione per gli scacchi, il rapporto tra il reale e il surreale, la concezione della maschera, della personalità velata, la fotografia sperimentale caratterizzata da un ipnotico effetto di estraniamento.
Per capire al meglio la sua visione artistica, è di fondamentale importanza capire quali erano le spinte, le motivazioni dei movimenti ai quali faceva parte, in particolare quello Dada:
“Scrivo un manifesto e non voglio niente, eppure certe cose le dico, e sono per principio contro i manifesti, come del resto sono contro i principi (misurini per il valore morale di qualunque frase).
Scrivo questo manifesto per provare che si possono fare contemporaneamente azioni contraddittorie, in un unico refrigerante respiro; sono contro l’azione, per la contraddizione continua e anche per l’affermazione, non sono né favorevole né contrario e non do spiegazioni perché detesto il buon senso. DADA non significa nulla.” – Tratto dal Manifesto del Dadaismo di Tristan Tzara.
Interessante capire come secondo i dadaisti stessi, il dadaismo non era arte, era anti-arte. Una lotta interna che ha come grande obiettivo l’innovazione, il capovolgimento delle regole.
Le opere di Man Ray erano questo, provocatorie e stimolanti, oltre la classica concezione dell’arte, oltrepassandone i vincoli tradizionali, i codici e i canoni estetici del passato.
Ray aveva un rapporto rivoluzionario sì con la concezione ma anche con il metodo di realizzazione dell’opera, il suo era, infatti, un approccio inusuale: dall’uso dell'aerografo in pittura, della fotografia (all'inizio come mezzo di riproduzione delle proprie opere), creazione di oggetti caratterizzati sempre da precisi interventi, manipolazioni, assemblages, solarizzazioni.
Ma la sua invenzione più importante fu quella che prese poi il suo nome: la rayografia, il nome dato ai suoi fotogrammi. Così Man Ray riuscirà a fotografare l'anima delle cose senza usare la macchina fotografica, posizionando l'oggetto tra la fonte luminosa e la carta sensibile.
Nel dizionario del surrealismo del 1938 Man Ray definisce il Rayogramma come: “Fotografia ottenuta per semplice interposizione dell’oggetto fra la carta sensibile e la fonte luminosa." E aggiunge "Colte nei momenti di distacco visivo, durante periodi di contatto emozionali, queste immagini sono ossidazioni di desideri fissati dalla luce e dalla chimica, organismi viventi.”
Man Ray era un uomo ipnotico, un artista dalle mille sfaccettature, “d’avanguardia”, come amava definirsi, capace di generare una nuova visione, pittorica e fotografica difficile da inserire in movimento artistico unico e limitante.
Parlando di sé:
“Come gli altri pittori, mi sono fatto anch’io l’autoritratto, anche in fotografia, ma ho sempre avuto la tentazione di deformare o modificare l’immagine in modo tale da far sparire ogni proposito di ricercarvi una somiglianza. Si potrebbe dire: in quarta persona”.
Poliedrico, innovatore, innovativo.
Per tutte le info e gli orari: http://villamanin-eventi.it
di GIULIA DALUISO | @GiuliaAlbaD