Siamo di fronte a "L'altro inizio": è il titolo dell'ultimo libro della scrittrice canadese Margaret Atwood (Ponte alle Grazie) che a PordenoneLegge apre le porte di un futuro non lontano, fatto di scenari che raccontano le ferite del pianeta e la corsa di uomo e scienza verso un'agognata immortalità.
Scrittrice di culto con quaranta libri pubblicati e una grande sensibilità verso i temi ambientali, la Atwood racconta che il titolo originale del libro è MaddAdam (Adamo pazzo), un palindromo che racchiude perfettamente il significato che ogni fine è sempre un nuovo inizio.
La domanda fondamentale da porsi secondo la Atwood, 75 anni, occhi azzurri attenti e gentili, è dove ci può portare un altro inizio, perchè l'uomo è per natura curioso, non fermerà mai la propria corsa verso scoperta e conoscenza e in pochi decenni può succedere qualsiasi cosa.
Allo stesso tempo, l'uomo deve essere sempre più veloce nel trovare le soluzioni ai problemi, pensiamo per esempio all'epidemia di Ebola e a quanto sia fondamentale scoprire come combatterla prima che sia troppo tardi.
Tecnologia, progresso e scienza hanno sempre un lato positivo, negativo e quello che la Atwood definisce il lato "stupido", legato a tutto ciò che non abbiamo previsto, alle conseguenze inaspettate come l'automobile che ha rivoluzionato il modo di spostarci, ma che inquina e che contribuisce alla distruzione del verde e delle campagne per fare strade.
Vale anche per le coltivazioni ogm: presentate come migliori, sono in realtà dei semi sterili che hanno l'obiettivo di farne comprare ogni anno di nuovi a beneficio delle grandi aziende produttrici. Ma le alterazioni generiche spesso uccidono altre forme di vita con effetti devastanti sulla biodiversità: in natura tutto é interconnesso e l'uomo inizia a capirlo solo adesso. Speriamo non sia troppo tardi.
Nella foto: Margaret Atwood e Umberto Eco che chiacchierano sul divano dell'hotel, succede anche questo a PordenoneLegge!
di Francesca Gatti | @Fra_Gatti